C'è un viaggio che tutti noi intraprendiamo nel corso della nostra vita. È un percorso personale, unico per ognuno di noi, ma unito da una costante universale: il modus operandi di attribuire la colpa.
Chi dà colpe agli altri ha un viaggio lunghissimo di fronte a sé. Questa è la fase iniziale del viaggio, quella in cui è facile puntare il dito verso gli altri. È un comportamento che ci risparmia di affrontare il ruolo che abbiamo svolto nella situazione. Ma questo modo di pensare ci lascia bloccati sul posto, incapaci di progredire o di imparare dalle nostre esperienze.
Avanzando lungo il percorso, arriva il momento in cui iniziamo a dare la colpa a noi stessi. Si tratta di una tappa importante, un segno che siamo a metà del viaggio. È qui che iniziamo a riconoscere il nostro ruolo nelle situazioni, accettando le conseguenze delle nostre azioni. Questa accettazione, sebbene dolorosa, è un segno di maturazione e crescita.
Infine, arriva il momento in cui non diamo più colpe a nessuno. Ecco quando si raggiunge la destinazione. Questa tappa finale segna un momento di verità, un campanello di allarme che indica il perdono, sia per noi stessi che per gli altri. È il punto di arrivo in cui riconosciamo che la colpa non serve a niente, ma che invece è il perdono e la comprensione a farci progredire.
Mentre percorriamo il nostro viaggio personale, è importante ricordare che ognuno procede al suo ritmo. Non affrettiamo il viaggio, ma proseguire con compassione e pazienza verso noi stessi e gli altri. Dopotutto, il viaggio è tanto importante quanto la destinazione finale."
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